indossare la mascherina chirurgica per tutta la durata del trattamento.
Il care-giver deve:
lavarsi le mani con acqua e sapone
indossare la mascherina chirurgica
usare sistematicamente soluzioni alcoliche
Le persone in trattamento dialitico peritoneale, nei limiti del possibile, vanno gestite a domicilio.
In caso di sintomi sospetti, contattare immediatamente il centro nefrologico di riferimento, evitando di recarsi al pronto soccorso e/o presso l’ambulatorio del medico.
Gestione dei vari casi con e senza sospetto di contagio da Covid-19, come indicato dalla Fondazione Italiana del Rene e della Società Italiana di Nefrologia:
1. Assenza di manifestazioni di malattia. Il paziente emodializzato deve indossare la mascherina chirurgica dall’arrivo nel centro fino all’uscita, quindi per tutta la durata della seduta dialitica. È consigliato indossarla anche esternamente. In caso di starnuti usare fazzoletti monouso e gettarli immediatamente. Si raccomanda l’applicazione rigorosa delle norme per la disinfezione e igiene.
2. Paziente che arriva in dialisi con febbre o manifestazioni infettive delle vie aeree. Il paziente deve essere inviato al Pronto Soccorso (PS) dove sarà valutato dai colleghi del PS e dall’infettivologo. Verranno poi applicate le disposizioni e le procedure previste dal Ministero e dalla Regione.* A questo punto l’infettivologo potrebbe scegliere l’accertamento diagnostico tramite l’esecuzione del tampone naso-faringeo. In attesa dell’esito, bisognerà decidere insieme al collega infettivologo se il paziente va contumaciato oppure no.
3. In caso di insufficienza respiratoria. Con febbre e/o manifestazioni infettive delle vie aeree il paziente sarà sottoposto all’attenzione dei rianimatori.
* In ogni caso accertarsi prima di quelle che sono le indicazioni del proprio centro o direzione sanitaria. In alcuni casi è ormai possibile ottenere la risposta del tampone entro 8-12 ore, quindi in gran parte dei casi potrebbe essere possibile attenderne il risultato prima di prendere decisioni comportamentali.
Evita assolutamente luoghi affollati. Rientrano fra questi anche i supermercati negli orari si massima affluenza.
Lava spesso le mani con il sapone per almeno 40 secondi. Se non è possibile, utilizza disinfettanti in gel o comunque in fase alcolica avendo l’accortezza di strofinare le mani sino a consentire al disinfettante di arrivare su tutta la superficie della mano, incluse le dita.
Rimani in casa e area le stanze frequentemente. Se è necessario uscire, usa i dispositivi di protezione individuale (mascherine chirurgiche o superiori).
Evita di ricevere visite da persone che hanno viaggiato recentemente.
Evita di ricevere visite da persone che hanno avuto sindromi influenzali negli ultimi 20-30 giorni, o persone che le abbiano in atto.
Evita di prendere ascensori con altre persone.
Evita di salutare con baci, abbracci o strette di mano. Dobbiamo tutti fare dei sacrifici. Un saluto cordiale a voce sarà comunque apprezzato. È per la tua sicurezza.
Non scambiare con nessuno fazzoletti, denaro, sciarpe e/o cappelli né altri indumenti personali. Cerca di non usare moneta cartacea. Sfrutta i sistemi di pagamento elettronici tipo contactless, se possibile.
Attivo il numero verde per i dubbi dei pazienti nefropatici
La Fondazione Italiana del Rene (FIR Onlus), in collaborazione con la Società Italiana di Nefrologia (SIN) aveva programmato tante iniziative di prevenzione primaria e secondaria: Porte aperte in Nefrologia, screening gratuiti, educazione sanitaria nelle scuole, eventi e conferenze che al momento, nel rispetto delle decisioni del DCPM recante le misure riguardanti il contrasto e il contenimento sull’intero territorio nazionale del diffondersi del Coronavirus, sono momentaneamente sospese.
Siamo un’associazione fondata nel 1982 a sostegno di famigliari e pazienti affetti da malattia renale. Da anni promuoviamo la conoscenza e la sensibilizzazione riguardo le patologie e le problematiche dei pazienti nefropatici, attraverso l’organizzazione di congressi, giornate di sensibilizzazione, pubblicazioni di articoli divulgativi sulla nostra rivista “Rene&Salute”. Organizziamo inoltre cene e gite riservate ai soci e simpatizzanti.
Ti invitiamo a iscriverti all’associazione per farci crescere e migliorare!
La quota associativa (15 euro) dà diritto all’abbonamento annuale alla nostra rivista e permette di ricevere gli inviti per gli eventi ricreativi. Inoltre siamo sempre disponibili a ricevere richieste e proposte per migliorarci!
Per associarsi:
Effettua un bonifico: IBAN IT55Y0830401807000007771781
Inviaci una mail al nostro nuovo indirizzo apantrentino[at]gmail.com con il tuo nome e indirizzo di casa per ricevere la nostra rivista.
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A causa della situazione di allerta legata alla diffusione del coronavirus, è saltata la Giornata Mondiale del Rene. L’evento verrà riprogrammato in data da destinarsi, probabilmente a maggio o a settembre.
La presidente di APAN, dott.ssa Diana Zarantonello
12 marzo 2020 | Trento | piazza Cesare Battisti
Il giorno giovedì 12 marzo 2020 si festeggia la Giornata Mondiale del Rene. In corrispondenza di tale data organizziamo, come APAN, in collaborazione con il personale sanitario del reparto di Nefrologia e Dialisi dell’Ospedale S. Chiara di Trento, una mattinata aperta alla popolazione dedicata alla prevenzione e all’informazione sulle patologie renali.
Per partecipare è sufficiente portare un campione di urine del mattino (raccolto in un contenitore che si può trovare in farmacia) e venire a Trento in Piazza Cesare Battisti, dalle ore 8.30 alle ore 13.00. Verrà effettuato un controllo della pressione arteriosa e un esame urine estemporaneo, per un controllo “di base” della salute renale. Verranno anche forniti consigli riguardo gli stili di vita protettivi per mantenere una buona salute dei reni e, in caso riscontrassimo qualche problema verranno date indicazioni per effettuare eventuali approfondimenti. Vi aspettiamo numerosi!
Dottore, ma mi opererete
ben con il robot vero? Mi farete il laser? Ma l’intervento non è in day
hospital? (Prostatectomia radicale…). Ma devo stare ricoverato?
Queste sono alcune domande che ci vengono rivolte quotidianamente e più volte al giorno in ambulatorio, in reparto, al bar, ecc. quando si tratta di proporre ai pazienti delle procedure chirurgiche. Ormai sembra che se un chirurgo non si avvale di tecnologie fantascientifiche e ipertecnologiche, che al risveglio dall’anestesia dopo un lungo e complesso intervento ti permettano di andare a sciare o a fare una partita di calcetto con gli amici, la sua capacità e le sue conoscenze non valgano più di quelle del vicino di casa o del tanto abusato “Dr. Google”. Effettivamente, abbiamo contribuito anche noi stessi a creare questo alone di “meraviglia” intorno alle nuove tecnologie presenti nelle nostre sale operatorie, che senza dubbio hanno migliorato l’efficacia delle terapie, ma che certamente non si possono sostituire al sapere e alla tecnica di un buon medico.
Comunque, negli ultimi anni, il primo posto nella “hit parade” delle tecnologie viene stabilmente occupato dalla chirurgia robotica, o, più precisamente, robot-assisted surgical technology, che senza dubbio ha rivoluzionato il mondo della chirurgia minimamente invasiva, e in particolare quello della chirurgia laparoscopica.
Sono passati diversi anni dal lontano 23 dicembre 1954, quando il chirurgo Joseph E. Murray eseguì a Boston il primo trapianto di rene tra i gemelli Ronald e Richard Herick, rispettivamente il donatore e il ricevente, con esito positivo (fig. 1). Prima di questo trapianto erano stati eseguiti altri tentativi purtroppo non coronati da successo a causa dell’incompatibilità immunologica e della mancata disponibilità di farmaci immunosoppressivi. Nel caso dei gemelli di Boston, la circostanza che donatore e ricevente fossero gemelli omozigoti aveva fortunatamente evitato il problema immunologico.