Quando parliamo di comunicazione (verbale e non verbale) ci riferiamo in generale ad uno scambio di informazioni che avviene per mezzo di segni tra sistemi. Tutto questo si verifica anche in ambito sanitario, dove vengono messi in gioco ruoli, scopi, esiti dell’informazione con effetti che possono rivelarsi di notevole impatto sui comportamenti dei diversi attori sociali. Ciò tuttavia non è sufficiente, perché la caratteristica fondamentale dei sistemi che comunicano consiste proprio nella capacità di interagire (la comunicazione si differenzia dalla semplice informazione perché presuppone una relazione) e di comprendere ciò che viene comunicato. Partiamo dalla considerazione che il concetto di comunicazione lineare, che fonda le sue basi nel modello matematico di Shannon e Weaver (1949), non è più accettabile, se non all’interno di una comunicazione interattiva, nella quale, peraltro, è assai raro che ci si capisca del tutto. Si tratta di squilibri che si verificano perché, ad esempio, il mittente spiega qualche cosa, ma il ricevente non riesce a comprendere il messaggio, il codice non è recepito nel modo migliore, mittente e ricevente sono in disaccordo sul canale il quale, a sua volta, può risultare compromesso da rumori, interferenze ecc. Sono i casi della miscommunication, ovvero della comunicazione problematica. Se prendiamo, per esempio, un conferenziere che si è preparato la sua relazione (speech) nel modo migliore (e della quale magari leggerà alcuni brani), ebbene egli non avrà mai la certezza di essere compreso appieno dai suoi interlocutori. Questi ultimi potranno porgli delle domande di chiarimento che serviranno al relatore per attivare nuovi collegamenti col suo intervento e per arricchire le sue premesse.
Dopo l’infezione Covid-19 otto pazienti su dieci non riacquistano il completo benessere
di Romina Valentinotti*
I dati sinora emersi da svariati studi suggeriscono che le sequele dell’infezione da SARS-CoV-2 e della patologia Covid-19 potrebbero variare nella presentazione ed estendersi oltre il tipico periodo di recupero post virale. Alcuni pazienti sperimentano gravi complicazioni durante la fase acuta della malattia, che interessano la funzione polmonare, cardiovascolare, epatica, renale, cognitiva e neurologica. I guariti riferiscono una serie di sintomi persistenti che influiscono negativamente sul benessere fisico, mentale e sociale. Alcune di queste complicanze sembrerebbero verificarsi indipendentemente dalla gravità della forma acuta dell’infezione.
La maggior parte degli studi pubblicati per SARS-Cov-2 finora sono stati di dimensioni ridotte e principalmente incentrati sulle sequele cliniche in pazienti ricoverati in ospedale per Covid-19.
[3] Una storia lunga quarant’anni di Rosangela Peruzzo, Denise Baldi, Roberta Cavagna, Doriana Dandrea, Lorenzo Denart, Lucia Fabrizio, Marighetti Mara, Dinaornella Perer, Anna Valandro, Silvana Stefani, Mariateresa Zotta
[6] L’esperienza dell’ambulatorio di Trieste di Romina Valentinotti
[9] Priorità della qualità di vita del paziente di Alessia Dal Piaz
«Conservare la memoria del passato è stato uno dei compiti prioritari dell’uomo, perché il rischio era quello di dimenticare». Con l’avvento di Internet questo processo è stato capovolto, nel senso che ogni cosa viene ricordata e l’identità personale del singolo si trasforma in un’identità “estesa”, rispetto alla quale sorgono nuovi inquietanti problemi. Carlo Formenti, nell’introdurre il libro di V. M. Schönberger Delete. Il diritto all’oblio nell’era digitale, scrive: «[D]imenticare è facile, in quanto l’oblio è inscritto negli stessi meccanismi della specie» (p. VIII).
È qui che, piuttosto che lo sforzo messo in opera per ricordare, prende corpo lo sforzo opposto: quello di dimenticare, compresa la rimozione dalla memoria di quei contenuti che compromettono la reputazione di una persona.
Naturalmente, prima di procedere a tale compito, è necessario intendersi sul significato attuale di memoria.
Quella che è stata, con un’associazione tutt’altro che azzardata, definita dall’esperto di web intelligence Andrea Barchiesi la nuova biblioteca di Alessandria (La tentazione dell’oblio, Angeli, Milano, 2016, p. 23), cioè Google, è, di fatto, la nostra nuova memoria, ma una memoria dalle dimensioni smisurate che possiede elemento di assoluta novità – la caratteristica di essere connessa in una rete e alla quale chiunque può accedere in ogni parte del mondo (ibid).