Calare il consumo per una salute migliore
di Diana Zarantonello *
Negli ultimi anni è cresciuto l’interesse verso il problema del cambiamento climatico che minaccia la stabilità del pianeta e la sopravvivenza dei suo abitanti. Tuttavia si parla ancora poco di come ciò si colleghi alla produzione e al consumo di cibo. A tal proposito è stato recentemente pubblicato un documento che ha l’ambizioso scopo di rispondere alla delicata questione se esista una dieta in grado di sfamare 10 miliardi di persone (è questa la stima di quello che sarà il numero di abitanti del nostro pianeta nel 2050), mantenendole in salute, senza esaurire le risorse del pianeta e senza stravolgerne il clima.
Il Lancet, una tra le maggiori riviste scientifiche a livello internazionale, ha incaricato a tal scopo la commissione EAT (organizzazione di scienziati indipendente senza fini di lucro con base a Oslo) perché analizzasse il problema da vari punti di vista. Sotto la codirezione di Walter Willett, epidemiologo di fama mondiale, della Harvard T.H. Chan School of Public Health di Boston (Stati Uniti) e Johan Rockström, dello Stockholm Resilience Centre di Stoccolma (Svezia) e del Potsdam Institute for Climate Impact Research in Germania, sono stati pertanto convocati 35 tra i massimi esperti di clima, salute, economia e agricoltura, provenienti da 16 diversi paesi.